Si chiama storydoing la nuova forma di coinvolgimento degli utenti, sempre più attivi nel Web e sempre più attenti a ciò che consumano nella vita quotidiana, soprattutto nella società attuale in cui tutto si muove a ritmo sempre frenetico e l’informazione circola velocemente attraverso i vari canali multimediali.
Cosa è lo storydoing? La differenza con lo storytelling
Internet è ormai lo strumento essenziale per aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi. La realtà è incentrata sull’interazione, in cui è l’utente il vero protagonista che dialoga con le varie interfacce comunicative. Per anni, le aziende hanno applicato il meccanismo dello storytelling: una strategia comunicativa che consente di raccontare una storia coinvolgendo gli utenti.
Per sviluppare un racconto è importante tener conto di due aspetti principali: suscitare l’interesse del pubblico di riferimento e utilizzare un linguaggio semplice, diretto.
Più ciò che dici corrisponde alla realtà, più diventa credibile. Questo concetto di verosimiglianza trova ampio spazio nello storydoing: una tecnica di narrazione reale basata sui fatti che la visione aziendale intende trasmettere al pubblico.
Il ruolo dell’utente è partecipare attivamente nella costruzione dei contenuti e diventare co-creatore di prodotto e di esperienza.
Lo storydoing come strumento di marketing
Perché si sviluppa questa nuova consapevolezza?
La risposta è nella relazione tra cliente e azienda:
- Il primo partecipa attivamente alle attività quotidiane e rimane sempre connesso con il mondo, servendosi prima di tutto del mobile per reperire risorse utili o di suo interesse.
- La seconda vende un prodotto o un servizio e ha bisogno di esser riconosciuta in termini valoriali, per definire il successo aziendale.
In un contesto concorrenziale, la vision e la mission devono distinguersi in termini non solo economici, ma anche etici, raccontando non più con le parole, ma con i fatti di cosa si occupa, quali progetti mette in atto e per quale motivo.
Lo storydoing permette di unire azienda e cliente in un’unica entità: i contenuti vengono creati e sviluppati da entrambi. La creazione di questo valore aggiunto permette di distinguersi dai concorrenti: mettere al centro la cooperazione e il dialogo tra più soggetti permette lo sviluppo di idee nuove, più efficaci ed efficienti.
Ecco due esempi di aziende che hanno lavorato in termini di credibilità ed empatia, sapendosi raccontare al pubblico in modo concreto ed emozionante.
- La prima è Diesel con lo spot “Make love not walls”: colpisce il pubblico perché trasmette il messaggio positivo della praticità dei jeans (un capo di abbigliamento per tutti e simbolo di libertà) mira a emozionare, persuadere, vendere al punto da rendere la visione, così vivida, un’esperienza!
- La seconda è McDonald’s con la campagna promozionale McCafè: la proposta di valore risiede tra prezzi bassi e marketing differenziato per soddisfare le esigenze di tutti.
La call to action “Prova il nuovo croissant con Nutella” spinge gli utenti verso prodotti nuovi da provare in via esperienziale, accompagnati dal gusto unico e inconfondibile di Nutella.
La fiducia del brand si afferma nella semplicità delle piccole cose: l’idea di un risveglio urbano accompagnato da cappuccino e cornetto, in stile tutto italiano.
Diventare un’azienda storydoer
In che modo si diventa azienda storydoer?
Non esistono percorsi specifici da attuare o regole a cui attenersi.
Il racconto in real-time è il principio per fare funzionare ciò che fai, gli eventi a cui partecipi e quale mobilitazione sociale o civile attivi per coinvolgere il tuo pubblico.
Per far sapere chi sei e che cosa fai, utilizza le dinamiche del web in una logica nuova: la qualità aziendale è misurata nella realtà concreta, vicina alle storie degli utenti.
L’ esperienza non è più manipolata da storie artificiali: è la vita vera che va a stimolare e a includere gli utenti, in una logica di fidelizzazione al brand.
L’azienda è il promotore di azioni concrete e diventa un modello di “essere invece che apparire”, “fare invece che dire”; le persone si attivano per condividere questi valori.
La realizzazione dello storydoing prevede un rapporto di co-creazione in cui tutti partecipano e collaborano alla storia dell’azienda, perché legati ai racconti significativi e veri capaci di arrivare, con canali diversi, alle persone.
I nuovi consumatori: i brand ambassador
Per valorizzare un’azienda bisogna puntare al mezzo, e non più solo al prodotto finale.
È fondamentale entrare in contatto con i clienti attuali e ancora di più con quelli potenziali, cercando di interagire e mantenere vivo l’engagement.
È ciò che succede nello storydoing in cui l’obiettivo è far vivere la storia e la missione aziendale alle persone, in una dinamica di inclusività e partecipazione.
L’esperienza di consumo, chiave di ogni strategia di marketing, si ottiene grazie alla creazione (e non più solo alla fruizione) del processo produttivo.
Gli utenti, anche attraverso il flusso dei social media, partecipano, dialogano, criticano e lavorano andando a creare quella community virtuale che rende un’azienda competitiva.
Ma chi è il brand ambassador?
È colui che si fa portavoce dell’azienda promuovendo prodotti o servizi ad essa legati, con lo scopo di incrementare la consapevolezza del brand da parte dei clienti. Ha un rapporto continuo con l’azienda, condivide una storia e, soprattutto, esprime una realtà aziendale.
Questa evoluzione, rispetto all’utente tradizionale, comporta più visibilità e maggior influenza nelle intenzioni di acquisto.
Secondo Inside Marketing, questa figura è legata al supporto attivo nei confronti dell’azienda e il ruolo può essere ricoperto da tutti coloro che sono entusiasti di un prodotto e sono capaci di raccontare agli altri il motivo per cui hanno deciso di acquistarlo.
I nuovi consumatori diventano i veri protagonisti e il veicolo promozionale del brand.
Questo senso di appartenza è una garanzia di qualità, poiché attraverso lo storydoing i consumatori arrivano a trasferire caratteristiche positive al brand, grazie alle iniziative di fidelizzazione e agli strumenti di marketing (social, canali web, ecc…) allineati ai valori condivisi.